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ATTI

PROVVEDITORATO AGLI STUDI
REGGIO CALABRIA

Reggio Calabria, lì 10 Ottobre 2001

LETTERA APERTA AI DIRIGENTI, AI DOCENTI,
ALLE FAMIGLIE, AGLI ALLIEVI


Il decreto Legislativo 30 aprile 1992 n.285-art.20-prevede come attività obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado lo svolgimento di programmi di Educazione Stradale.
La normativa richiamata coinvolge,quindi,direttamente la scuola in una fondamentale azione di "prevenzione primaria",che deve svilupparsi in una promozione continua di iniziative di informazione,sensibilizzazione e responsabilizzazione degli alunni sui principi e le norme che regolano e disciplinano l'utilizzazione della strada,in modo da metterli in condizione di riconoscere le situazioni di pericolo e di rimuovere le cause,prima che le stesse abbiano provocato danni a sé e agli altri.
Purtroppo l'intensificarsi degli incidenti stradali che vedono coinvolti in alta percentuale giovani è in continuo tragico aumento anche sulle nostre strade e ciò spinge responsabilmente le Autorità preposte al controllo e alla sicurezza ad intensificare l'azione di prevenzione e di repressione di comportamenti negativi che mettono a repentaglio la vita degli stessi conducenti di mezzi -auto o motorini che siano-oltre che del prossimo.
Si tratta non solo di conoscere le regole del codice stradale,in primis l'uso del casco e delle cinture di sicurezza,ed i rischi ma,soprattutto,di assumere atteggiamenti corretti sui temi inerenti alla formazione della coscienza civile,alla collaborazione,alla solidarietà e al rispetto della propria ed altrui vita.
E' ,peraltro, significativo che il concetto di prevenzione sia già contenuto in premessa a tutti i programmi scolastici,laddove si afferma che la scuola pone le basi cognitive e socio-emotive necessarie per una partecipazione sempre più consapevole alla vita sociale,basi che si articolano anche nella progressiva responsabilizzazione,nel rispetto delle regole di convivenza.
Stretti sono i collegamenti tra l'Educazione Stradale e le altre materie del curricolo attraverso un discorso che riafferma concetti nodali:la centralità del soggetto nel processo educativo,il rapporto scuola-società,e l'Educazione Stradale inserita nell'ambito dell'Educazione Civica ispirata a sua volta ai principi del vivere democratico,sì che ciascuno abbia a realizzare comportamenti responsabili.
La cultura della prevenzione,della sicurezza,della solidarietà,su cui questo Provveditorato agli Studi ha investito ormai da anni in risorse e professionalità,è auspicabile che trovi sempre più spazi adeguati nell'azione di coordinamento e nella sensibilità dei dirigenti scolastici,nella progettualità degli organi collegiali,in una rinnovata professionalità degli insegnanti pur nella piena consapevolezza che i problemi che l'Educazione Stradale reca in sé la scuola non potrà certo risolverli da sola.
Infatti non può più restare assente la famiglia che è certamente,insieme alla scuola,la componente essenziale del processo educativo in generale e che nello specifico dei comportamenti nella guida dei mezzi da parte dei ragazzi,diventa per molti aspetti determinante.
Pertanto assume valenza negativa la deroga così diffusa ad un ruolo di responsabilità per cui il genitore compra al figlio il motorino e non il casco o addirittura diventa egli stesso esempio negativo di comportamenti irresponsabili nella guida non allacciando le cinture di sicurezza,passando con il rosso,non rispettando i limiti di velocità e quant'altro.
E' importante che i genitori imparino ad essere coerenti con le loro scelte e a divenire educatori consapevoli e responsabili del loro ruolo.Se i genitori non aiutano i figli a costruire la propria personalità secondo regole chiare e precise,risulterà oltremodo difficile affrontare anche l'educazione stradale.
Solo in questo modo sarà più facile far capire l'importanza dell'uso del casco,del rispetto dei limiti di velocità e di non guidare in stato di ebbrezza,cause degli innumerevoli incidenti.
E' evidente che la predetta azione educativa,per essere efficace,deve provenire da tutte le agenzie educative ed in particolare dalla scuola.
Per questo è necessario un costante raccordo tra quest'ultima e la famiglia al fine di assicurare omogeneità e coerenza negli interventi educativi volti alla formazione di un cittadino consapevole dei propri diritti e dei propri doveri.
Agli allievi voglio ricordare che il fastidio di indossare il casco è niente di fronte al valore dell'incolumità e della vita.La città tutta vuole confidare nel vostro benessere.Non deludetela. E non fateci stare in ansia.
Abbiamo avuto modo di apprezzare in questi giorni il deciso impegno profuso dall'Assessore alla Polizia Urbana del Comune di Reggio Calabria,dr. Edoardo Lamberti Castronovo per contenere il malvezzo da parte dei ragazzi e giovani reggini di non usare il caso alla guida dei motorini ed abbiamo raccolto il Suo invito ad intervenire sul problema sollecitando gli operatori scolastici a contribuire in questa azione educativo-preventiva nell'interesse primario della sicurezza dei nostri allievi.
Sono certo che questo impegno che ci viene richiesto sarà messo in atto da tutte le componenti educative responsabili della formazione dei nostri giovani e che anche nei comuni della provincia i sigg.ri Dirigenti Scolastici vorranno assumere l'iniziativa di portare avanti,congiuntamente alle Amministrazioni Comunali,una strategia di prevenzione che produca gli effetti auspicati.

 

F.to Il Provveditore agli Studi
(Giuseppe Ferrante)

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